Cesti con fondo in legno

Alternativi al cavành e di origine più recente i manufatti con fondo in legno sono i panieri, i portafrutta, i fiaschetti; questi vengono costruiti, come le sciuére e gli sciuérun, partendo da una base lignea in cui, praticando dei fori, vengono inseriti i legni di salice o castagno che ne danno la struttura. L’intreccio può essere semplice o doppio o ancora misto, e si può rifinire il lavoro con bordi colorati e manici. La forma desiderata viene conferita utilizzando sottili cerchi di metallo ai quali viene fissata tutta la struttura, rimossi a lavoro ultimato. Solitamente questo tipo di cesto è il primo ad essere insegnato ai principianti.

Vi sono diverse varianti:

Cesto con aggancio per la raccolta di frutti Ph. Eleonora Mari

I cesti a fondo pieno in legno sono l’alternativa più semplice dei cesti a fondo rotto. Questi cesti hanno anche permesso l’utilizzazione del nocciolo da cui si possono solo ricavare lencistre piatte e non tessitori a sezione circolare come nel caso del salice intero. I tessitori piatti, visto la loro scarsa robustezza, sono infatti scarsamente utilizzati per intrecciare fondi di cesti che risulterebbero poco resistenti.

Cesti a fondo pieno Ph. Luca Chessa

La costruzione di questi manufatti inizia dalla preparazione della base che può essere tonda, ovale, rettangolare o quadrata. Nelle tavole di legno di frassino maggiore (Fraxinus excelsior), abete rosso (Picea abies), acero montano (Acer pseudoplatanus) vengono praticati un numero dispari di fori, a poca distanza dal bordo, in cui saranno inseriti montanti di salice oppure castagno. L’intreccio di questi cesti è tradizionalmente realizzato con due tessitori a contatto con la base e il bordo mentre con una singola lencistra nella parte centrale. Il bordo è diverso a seconda del materiale usato per i montanti: 1) nel caso sia stato utilizzato il salice intero, la chiusura viene realizzata intrecciando in senso orario il montante davanti al primo, dietro il secondo, davanti il terzo e dietro il quarto. 2) nel caso invece siano state utilizzate montanti di castagno, chiamati spine, l’intreccio termina a due lencistre che si bloccano sotto un piccolo gradino ricavato nella parte superiore del montante. I cesti a fondo pieno possono essere realizzati anche con manico in castagno, inserito direttamente nella base lignea, o in salice rivestito, inserito poco prima della realizzazione del bordo.

Fiaschetti riprodotti secondo la tipologia ritrovata ad Aurano Ph. Eleonora Mari
Fiaschetto in salice Ph. Luca Chessa

I fiaschi e fiaschetti, chiamati in dialetto premenese fiàs’ć, nelle valli alpine erano molto più comuni di quelli impagliati; erano manufatti indispensabili sia per dare stabilità alle bottiglie e bottiglioni con fondo arrotondato, che per salvaguardare il vetro da possibili rotture. Inoltre proteggevano il vino contenuto dalla luce solare che poteva surriscaldarlo e danneggiarlo organoletticamente. La struttura è realizzata con sottili salici interi mentre il rivestimento con lencistre di nocciolo o salice.

Come per i cesti a fondo pieno la costruzione dei fiaschetti parte dalla base lignea in cui vengono inseriti a pressione sottili salici, introducendo la parte sottile da sotto e tirandola verso l’alto fino a che non si blocchi. Normalmente viene utilizzato il doppio intreccio a contatto con la base, poco prima della parte a giorno in cui i montanti si riducono a metà e sul collo della bottiglia, mentre per le altre parti si intreccia a tessitori singoli.