Salice

I salici (Salix sp.) sono un gruppo di specie, (S. alba, S. purpurea, S. triandra, S. pentandra, S. eleagnos, S. daphnoides  e S. viminalis) ben diffuse in tutti i paesi della provincia del Verbano Cusio Ossola, costituito da varietà coltivate e/o specie presenti in naturalmente nei boschi e lungo i corsi d’acqua. Alcune specie hanno portamento arboreo, altre arbustivo. Entro tali specie sono state in passato selezionate diverse “varietà”, conosciute con diversi nomi dialettali, che differiscono per il colore e le dimensioni dei succhioni annuali. Le varietà di salice coltivate venivano anche innestate su salicone Salix caprea. Erano utilizzate nei lavori di intreccio, per la creazione di spallacci delle gerle e per legare la vigna. Come il castagno, il salice si può utilizzare sia per la costruzione dello “scheletro” di cesti di vario genere e dimensione, sia per produrre tessitori.

Le lencistre, a differenza di quelle di nocciolo,  si ottengono “spaccando” longitudinalmente i rami di un anno in 3, 4 o 5 sezioni, con un apposito strumento a croce chiamato fenditore (vedi sequenza di Luca Chessa).

1) pulitura del salice dalla corteccia
2) preparazione del salice per il venditore
3) divisione salice in quattro mediante venditore a croce

Questo attrezzo è costruito utilizzando legno molto duro come quello della martellina (Boxus sempervirens), corniolo (Cornus mas) e alberi da frutto a crescita lenta. I succhioni del salice possono essere raccolti da novembre ad aprile; la raccolta primaverile, alla ripresa dell’attività vegetativa, offre il vantaggio del facile distacco della corteccia dal legno ed è quindi preferita se si vogliono ottenere rami bianchi (decorticati). Alcune specie di salice selvatico venivano un tempo raccolte e pelate alla fine dell’estate.

Racconto

Mio nonno mi raccontava che le sciuere della festa venivano costruite con lencistre in salice pelato; dovevano essere belle per accompagnare le donne a vendere i prodotti al mercato di Intra. Per queste sciuere, le lencistre venivano ricavate da polloni di salice di un anno, suddivise con un fenditore di legno di bosso (spaccarö) e poi assottigliate con il coltello. Ad Aurano avevamo due tipi di salice: i guritt di colore giallo intenso (gorine) e i butìn (bottine) di colore verde e più vigorose, che superavano i 3 metri di lunghezza senza ramificazioni; bastavano 27 polloni di bottine per costruire una sciuera.” [Andrea Mosini, Premeno]

Glossario

Salice: salìs

Salice selvatico: salìs selvadig

Salice bianco (S. alba) varietà a rami gialli/arancio e gemme a becco di papera: gùrìtt (Aurano)

Salice di specie non identificata a rami scuri, quasi neri: salìs négar (Premeno)

Salice odoroso (S. pentandra) a rami verdi molto lunghi e senza ramificazioni: bütìn (Aurano)

Fenditore: spaccarö

Decorticare il salice per ottenere salice bianco: spelecàa

Tessitore: lencistra